Un “cantiere” dell’inclusione, per costruire un sostegno possibile
Organizzato da Erickson, nella tradizionale sede del Palacongressi di Rimini, dal 15 al 17 novembre, il 12° Convegno Internazionale “La Qualità dell’inclusione scolastica e sociale” si articolerà su tre giornate di sessioni plenarie, su varie tavole rotonde e workshop di approfondimento, per affrontare i grandi temi dell’inclusione, della disabilità e dell’interculturalità. Un vero e proprio “cantiere”, ove costruire un altro sostegno possibile, insieme ai 4.000 partecipanti e a numerosi grandi ospiti.
«Quest’anno il “filo rosso” della nostra tre giorni di Rimini sarà il “cantiere”. Un cantiere dove costruire, insieme ai 4.000 partecipanti, un altro sostegno possibile. Un altro modo di pensare il sostegno più inclusivo che dissemini le competenze e valorizzi le pratiche più efficaci, avvalendosi anche di nuovi linguaggi, come la musica, il teatro e lo sport. Per includere davvero tutti, bambini e bambine, ragazzi e ragazze, adulti e anziani»: a dirlo è Dario Ianes, docente di Pedagogia Speciale e co-fondatore del Centro Studi Erickson, presentando La Qualità dell’inclusione scolastica e sociale, il 12° Convegno Internazionale organizzato da Erickson al Palacongressi di Rimini dal 15 al 17 novembre prossimi, tre giornate di sessioni plenarie sui grandi temi dell’inclusione, della disabilità e dell’interculturalità, di tavole rotonde per farsi ispirare dalle idee più stimolanti e innovative sugli argomenti trattati, di workshop di approfondimento per confrontarsi con i maggiori esperti sulle tematiche care a chi, quotidianamente, si impegna per promuovere l’inclusione.
Nello specifico dell’àmbito scolastico verranno analizzati gli sviluppi del dibattito, anche politico, sull’applicazione delle recenti modifiche introdotte dal Decreto Legislativo 96/19 sull’inclusione, che ha modificato il precedente Decreto 66/17. In particolare, saranno approfonditi i punti salienti e le criticità, dando spazio alle diverse valutazioni, prospettive e posizioni di esperti e addetti ai lavori.
«Nel nuovo Decreto sull’inclusione – sottolinea a tal proposito Ianes -, alcune cose sono ottime, come l’ICF [la Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute fissata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, N.d.R.], che è diventato lo standard su cui fare il Profilo di Funzionamento, mentre su altre cose non ci siamo per niente, come la specializzazione degli insegnanti di sostegno».
Ad animare il dibattito sull’inclusione di Rimini saranno oltre 150 relatori, per i quali rimandiamo i Lettori al programma completo del convegno (a questo link). Qui citiamo tra gli altri il musicista Ezio Bosso, lo scrittore Giacomo Mazzariol, la scrittrice Susanna Tamaro e l’esperta di psicologia dell’apprendimento Daniela Lucangeli.
Dal canto suo, il maestro Franco Lorenzoni offrirà una riflessione su come affrontare nelle nostre scuole la crisi climatica, provando a ragionare su quali pratiche e comportamenti siano compatibili con il futuro di un pianeta abitabile per tutti, mentre John Lochman, docente emerito di Psicologia Clinica all’Università dell’Alabama (Stati Uniti), affronterà un tema molto rilevante nelle nostre scuole, quale quello della gestione dei problemi di comportamento degli alunni.
E ancora, Mariagrazia Contini, ordinaria alla Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna, spiegherà come affrontare il “deficit di empatia” nei ragazzi e addirittura nei bambini. Infine, Marta Sodano, giovane con sindrome di Down intervenuta come portavoce del CoorDown (Coordinamento delle Associazioni delle Persone con Sindrome di Down) al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, in occasione della conferenza internazionale Leave No One Behind in Education, promossa da Down Syndrome International per la Giornata Mondiale delle Persone con Sindrome di Down del 21 marzo scorso (se ne legga ampiamente anche sulle nostre pagine), rifletterà insieme a Martina Fuga, storica dell’arte e attivista, sul significato del “Non lasciare indietro nessuno!”, sfidando il modo in cui la disabilità viene vista a scuola, al lavoro e nella nostra società.
«Insegnanti, educatori, genitori e l’intera società – dicono da Erickson – sono quindi invitati a collaborare e aprirsi alle reti sociali, capaci di offrire altri sostegni. L’inclusione, infatti, non è una pratica che si sviluppa secondo delle regole precise, l’inclusione è prima di tutto un fatto culturale, una mentalità, un approccio. Si tratta dunque di creare un terreno fertile dove i semi dispersi da insegnanti e alunni possano fiorire». (S.B.)
A questo link sono disponibili tutti gli approfondimenti sul convegno di Rimini del 15-17 novembre. Per ulteriori informazioni: Algisa Gargano (algisa@mavico.it).