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DEMARTIS: “SODDISFAZIONE PER L’ORDINE DEL GIORNO DI GEMMATO SUL DIRITTO ALLO STUDIO IN PRESENZA PER GLI STUDENTI DISABILI”

Il presidente dell’Angsa (Associazione nazionale genitori soggetti autistici) Benedetta Demartis esprime grande apprezzamento per l’ordine del giorno, proposto dall’onorevole Marcello Gemmato e approvato dal Governo, sul diritto allo studio degli alunni disabili.

“Con grande soddisfazione abbiamo appreso che la Camera dei deputati ha approvato l’ordine del giorno proposto dall’onorevole Gemmato – afferma il presidente Demartis – che impone al Commissario di Governo di provvedere all’acquisizione e alla distribuzione di ogni necessario bene o servizio utile a garantire, sempre e in ogni caso, il diritto allo studio e la didattica in presenza degli allievi con disabilità anche in concomitanza dell’attuazione di misure di contenimento della diffusione del virus SARS-COV-2 ovvero di misure di controllo e di prevenzione igienico sanitarie per limitare la possibilità di eventuali contagi all’interno degli istituti. Il Governo ha condiviso e accolto la proposta che consentirà di investire le dovute risorse per il regolare rientro a scuola e la ripresa degli studi a tutti, nessuno escluso. Dopo mesi di collaborazione con il tavolo tecnico siamo soddisfatti che le nostre richieste abbiano avuto seguito. Soddisfatti della decisione del Parlamento, che ha espresso la volontà di garantire il diritto allo studio e la didattica in presenza a tutti i nostri bambini e ragazzi con autismo, che durante il lockdown hanno patito più di tutti il cambio repentino della routine. Un plauso e un ringraziamento all’onorevole Marcello Gemmato, che in maniera decisa ha mostrato grande sensibilità per il mondo della disabilità”.

LETTERA DELLA PRESIDENTE DELL’ANGSA DEMARTIS SUL CASO DELLA MAMMA CHE TORNA A SCUOLA PER AIUTARE FIGLIO AUTISTICO

Mi è capitato di leggere questa notizia, e la prima reazione è stata: caspita che mamma!!

La seconda è stata: brava questa scuola e il dirigente scolastico, che hanno aperto le porte a questa madre pur di far partecipare il ragazzo alla vita “normale” in compagnia dei suoi compagni.

Poi, più ci pensavo e più mi montava un certo malumore che si è trasformato in irritazione e infine in indignazione. (io sono un po’ lenta nelle reazioni).

Perché indignazione? Per diversi motivi che provo a spiegare, ma che nulla tolgono al rispetto che provo per questa mamma, e mi scuso da subito se la urterò con le mie osservazioni.

Mi fa arrabbiare che una madre si senta “costretta” a lasciare il suo lavoro per supplire alla incompetenza di altri. Perché in questo modo si impoverisce economicamente tutta la famiglia e questo non è giusto!

Mi fa rabbia che una madre debba dimostrare a insegnanti (quindi più preparati di lei) che dovrebbero avere una cultura di tipo pedagogico, che il ragazzo riesce con il giusto supporto a stare in classe.

Mi dispiace che il dirigente non abbia tra i suoi insegnanti qualcuno che conosca bene l’autismo, o che non abbia cercato all’esterno uno specialista che supportasse e facesse consulenze agli insegnanti di quella classe. Mi dispiace che i soldi investiti dal MIUR per organizzare gli Sportelli Autismo non abbiano portato a quella scuola le competenze necessarie a gestire quel ragazzo. E ancora mi fa male sapere che nonostante i decreti e le varie  modifiche, la riforma scolastica non riesce a rispondere alla complessità che l’autismo mette cosi in evidenza.

Di sicuro il ragazzo ha un autismo di difficile gestione, ma se ci riesce sua madre, perché non riescono gli altri?

Mi è capitato di vedere ragazzi e adulti, rifiutati dai centri diurni o residenziali per la difficoltà degli operatori nella gestione dei problemi di comportamento. Ho visto operatori maschi inviati dal Comune a sostegno della domiciliarità, solo per poche ore al giorno e lavorare in coppia (2 operatori maschi!) su ragazzi o adulti con autismo, nel timore di morsi, pugni o altro. Lo stesso ragazzo o adulto veniva poi per le restanti ore e per tutto il fine settimana gestito da una madre single o vedova, alta un metro e mezzo!! E lei, pur in difficoltà lo portava a spasso, in piscina o al supermercato.

Torno a ripetere che l’autismo spesso è complesso, e per questo da anni ANGSA chiede a gran voce FORMAZIONE SPECIFICA a casa, a scuola, nei diurni e nei residenziali.

Non voglio più leggere di genitori che stanno in classe col figlio o che devono andare in gita altrimenti la scuola non lo fa partecipare. Che vengono chiamati a scuola per cambiargli le mutande perché non c’è il bidello che fa quella mansione. Che devono lasciare il lavoro (quasi sempre la madre) che viene relegata al ruolo di educatrice, badante e madre, come se la donna non avesse (come chiunque) altre aspirazioni da perseguire.

Lo dico ancora e con forza al Ministro dell’Istruzione, a quello della salute e a quello della Famiglia e Disabilità. Serve formazione specifica a chi è già pagato per l’inclusione scolastica, per la presa in carico sanitaria, per l’integrazione e l’inclusione nella vita della propria comunità.